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24 Jun
24Jun

Chi segue la politica si sarà accorto del ruolo sempre maggiore che sta rivestendo la Zanzara, il programma di Radio 24.Tra l’altro, nota a margine, sarebbe interessante analizzare come il dibattito politico anche grazie a questa trasmissione si stia polarizzando tra le posizioni di Cruciani, ovvero un radicale “di destra”, e Parenzo, un radicale “di sinistra”. In altre parole la scelta è tra un opinionista laicista, radicale, pro Israele contrario all’immigrazione e un opinionista laicista, radicale, pro Israele favorevole all’immigrazione. Lo ritengo un dato piuttosto interessante sullo stato attuale delle ideologie politiche. Comunque, veniamo al punto: nella puntata del 19 giugno sono stati ospiti l’onorevole Silvia Sardone, europarlamentare della Lega, e Davide Piccardo, esponente del mondo islamico in Italia.Personalmente fossi in Piccardo ringrazierei per l’esistenza di persone come la Sardone, che onestamente per tutta la durata del dibattito più che urlare vaghi slogan non ha fatto. Se si tolgono frasi abbastanza semplicistiche come “io sono per la libertà” e il continuo riferimento al velo come a un sacchetto dell’immondizia non rimane molto del suo intervento. Focalizziamoci ora su due passaggi. Il primo è proprio il velo islamico. Per l’europarlamentare della Lega è un sacco della spazzatura e indossarlo riduce inevitabilmente la libertà. Fine del ragionamento.Vorrei ricordare come l’uso del velo è intrinsecamente e storicamente anche cristiano e cattolico, in particolare diffuso nell’area italiana e francese, per cui è un accessorio con una valenza religiosa e identitaria anche per noi. Per secoli le nostre nonne hanno indossato il velo per accostarsi a Messa e al sacrificio eucaristico, un modo per esprimere, anche materialmente, rispetto e devozione, sobrietà e cura. Non una imposizione o una forma di schiavitù ma una forma profonda di rispetto. Chi oggi si accostasse alle chiese dove ancora viene offerta la Messa in Rito Tridentino, potrà notare come tantissime donne, italiane, ancora oggi indossino il velo, anche, anzi forse soprattutto, di età giovanissima.È la legittima e doverosa rivolta contro un mondo moderno che fa dell’ostentazione della fisicità e della materia il punto cardine di una società basata sull’apparenza. Andiamo oltre: poco oltre nella trasmissione Piccardo fa notare che anche l’onorevole Sardone porta una croce al collo, e quindi un simbolo religioso, ma il ragionamento non riesce a svilupparsi perché la leghista comincia ad esaltare la laicità dell’Occidente contrapposta invece all’oscurantismo religioso del mondo musulmano.Il problema però è proprio qua: la laicità è un concetto nato, almeno nella sua accezione attuale, in seguito alla Rivoluzione Francese per costituire una Repubblica in rottura con la tradizione della Francia cattolica esistita fino ad allora. La laicità è un termine usato in senso anti cattolico per cancellare tutto ciò che questa identità aveva lasciato alla Francia, compresi anche il diritto di esporre crocifissi e segni religiosi. In tempi più recenti anche la Destra ha ripreso questo concetto proprio in ottica anti-islamica, riprendendo le stesse argomentazioni che i giacobini avevano usato per perseguitare i cattolici fino ad allora. In altre parole, a Destra si accusano i Musulmani di voler distruggere la nostra identità riprendendo parole e modi di ragionare tipici di quei movimenti politici che hanno volutamente distrutto l’identità dell’Europa Cattolica e Tradizionale. Per assurdo, ad oggi è più rischioso esibire simboli cristiani a Parigi che in Palestina, dove pure la stragande maggioranza della popolazione è di fede musulmana, e questo proprio come conseguenza di questa “laicità”.Per cui no, il velo non è estraneo alla nostra cultura e no, la laicità non ne fa parte. Sono due facce dello stesso processo che ha portato l’Occidente ad ammalarsi, tagliando le proprie radici e trovandosi di colpo orfano. Lo stesso processo, sbagliato, che molti vorrebbero oggi imporre anche ai Musulmani.

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