Negli ultimi decenni, la geopolitica mondiale ha assistito a una trasformazione radicale che ha portato dal dominio unipolare degli Stati Uniti a una crescente multipolarità. L’Unione Europea, che ha goduto della protezione e dell’influenza degli Stati Uniti per gran parte del XX secolo, si trova ora in una posizione vulnerabile, incapace di navigare questa nuova realtà in modo efficace. Trump ha esemplificato chiaramente questa dinamica, mettendo in evidenza le tensioni tra gli USA e l’Europa, ma la responsabilità di questo deterioramento non è solo da attribuire al leader americano. E’ l’Unione Europea stessa che ha contribuito a questa situazione, mostrando una carenza di visione geopolitica e una debolezza strutturale in termini di difesa, tecnologia e politica estera.Alla fine della Guerra Fredda, gli Stati Uniti sono diventati l’unico superpotere mondiale, con una netta predominanza sul piano economico, tecnologico, e militare. L’Europa, sotto l’ombrello della NATO, ha beneficiato di questa egemonia, con gli Stati Uniti che garantivano la sicurezza e la stabilità geopolitica. Tuttavia, l’ordine mondiale unipolare è ormai giunto al termine. La crescita di potenze come la Cina, la Russia, e l’indebolimento dell’influenza americana hanno dato vita a un sistema multipolare, dove le nazioni competono per il potere economico e l’influenza geopolitica su scala globale. In questo nuovo scenario, l’Europa si trova ad affrontare un dilemma esistenziale. Non ha sviluppato la capacità di esercitare una propria potenza geopolitica in modo autonomo. I suoi legami con gli Stati Uniti sono rimasti fondati principalmente sulla difesa, senza un’adeguata strategia di indipendenza economica e politica. Il risultato è un’Europa che, pur continuando a dipendere dagli Stati Uniti per la sicurezza, si trova a non avere un ruolo predominante negli sviluppi globali. Un esempio lampante di questa debolezza europea è la dipendenza tecnologica e finanziaria dagli Stati Uniti.Negli ultimi decenni, l’Europa non è riuscita a sviluppare imprese tecnologiche di livello globale che possano competere con i giganti americani come Google, Facebook, Amazon e Microsoft. Questo ha portato a una situazione in cui l’Europa è costretta a subire il dominio delle multinazionali americane nel settore tecnologico, con gravi implicazioni per la privacy, l’autonomia digitale, e la sicurezza dei dati. Nel settore finanziario, la situazione è simile. La preminenza del dollaro americano nelle transazioni internazionali, il controllo di Wall Street sugli investimenti globali, e la capacità degli USA di influenzare le politiche monetarie internazionali pongono l’Europa in una posizione subordinata. Sebbene l’euro sia una valuta forte, l’Europa non ha ancora creato una contropartita alle politiche finanziarie degli Stati Uniti, né è riuscita a costituire una propria infrastruttura di pagamenti digitale che possa competere con quella americana. Sul piano della difesa, l’Unione Europea continua a dipendere dalla protezione militare degli Stati Uniti.La NATO, pur essendo una delle alleanze più forti al mondo, ha visto aumentare il divario tra le capacità militari europee e quelle americane. L’Europa ha fallito nel costruire una forza di difesa autonoma, nonostante le ripetute dichiarazioni di voler raggiungere una maggiore indipendenza strategica. Questo ha condotto la relazione con gli Stati Uniti, sotto la presidenza Trump che ha ripetutamente messo in discussione l’impegno americano nella difesa dell’Europa, criticando i paesi europei per non contribuire abbastanza alle spese della NATO. Le politiche protezionistiche di Trump, come l’uscita dagli accordi internazionali e il ritiro da alcune missioni globali, hanno reso evidente che gli Stati Uniti non sono disposti a sostenere indefinitamente l’Europa senza un ritorno concreto in termini di impegni economici e politici. Mentre l’Europa resta paralizzata da divisioni interne e una visione politica incoerente, il resto del mondo è impegnato in una corsa geopolitica per stabilire la propria influenza in aree cruciali.L’Africa, con le sue risorse naturali, la sua giovane popolazione e la sua posizione strategica, è diventata uno dei principali terreni di competizione tra le potenze globali. La Cina ha massicciamente investito in Africa, costruendo infrastrutture e accrescendo la propria influenza economica. Gli Stati Uniti, pur focalizzandosi su altre aree, sono ancora presenti con importanti alleanze economiche e politiche in Africa. Tuttavia, l’Europa ha mostrato una scarsa capacità di agire come un attore unificato, con i singoli stati che spesso perseguono politiche disparate, compromettendo così il potenziale di influenza collettivo dell’UE. L’incapacità dell’Europa di rispondere a questa nuova realtà geopolitica ha portato a una crescente marginalizzazione. L’Unione Europea è unita solo in parte, ma non ha sviluppato una visione coerente sulla propria politica estera, sulla difesa o sull’economia. Invece di creare una vera e propria forza geopolitica che potesse equilibrare la crescente potenza di Cina, Stati Uniti e Russia, l’Europa si è concentrata principalmente su temi interni, come la gestione della crisi migratoria, le politiche di austerità e la crescita economica. Il risultato è una perdita di influenza, una crescente dipendenza dagli Stati Uniti, e una crescente difficoltà nel determinare un ruolo autonomo nel nuovo ordine mondiale multipolare.La presidenza di Donald Trump ha messo in evidenza i limiti della strategia europea, ma la responsabilità di questa crisi è da attribuire a una visione miope e a una mancanza di azione collettiva da parte dell’Unione Europea. L’Europa non è riuscita a evolversi insieme al mondo multipolare, rimanendo bloccata in un rapporto di dipendenza con gli Stati Uniti. Il mondo è tornato a essere un luogo di competizione e scontro tra grandi potenze, e che senza una visione geopolitica forte e un’azione coordinata, rischia di perdere definitivamente la sua influenza.