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02 Apr
02Apr

Perché l’escalation del fenomeno “maranza” e’ un problema che va ben oltre il semplice fastidio estetico.E’ sotto gli occhi di tutti: l’ ‘invasione dei “maranza” nelle nostre città, con il loro abbigliamento discutibile, la musica assordante e i comportamenti sopra le righe. Ma il problema non si limita a questo. Dietro l’apparente innocuità di un fenomeno giovanile, si cela un sintomo preoccupante del degrado urbano e sociale. Ricordate l’esperimento di Zimbardo? Due auto identiche, una nel Bronx, l’altra a Palo Alto. Nel Bronx, l’auto fu saccheggiata in poche ore. A Palo Alto, rimase intatta… finché non venne rotto un vetro. A quel punto, il saccheggio fu inevitabile. Cosa ci insegna questo? Che il degrado, anche il più piccolo, innesca una spirale di inciviltà. E i “maranza”, con i loro comportamenti sopra le righe, sono il vetro rotto delle nostre città. Negli anni ’90, Rudolph Giuliani ripulì New York applicando la “tolleranza zero”. Niente graffiti, niente sporcizia, niente comportamenti sopra le righe. E la criminalità crollò. Dobbiamo forse imitare Giuliani? Non necessariamente. Ma dobbiamo capire che l’incuria e il degrado, anche quelli apparentemente innocui, creano un ambiente fertile per l’inciviltà e la criminalità.I comunitaristi ci insegnano che la soluzione passa attraverso la partecipazione e la co-responsabilità. Dobbiamo riappropriarci dei nostri spazi pubblici, rieducare i giovani al rispetto delle regole, creare un senso di appartenenza. Certo, è facile cadere nei luoghi comuni, etichettare i “maranza” come “delinquenti”, chiedere la “tolleranza zero” senza se e senza ma. Ma la realtà è più complessa. Dobbiamo capire le ragioni del loro disagio, offrire loro alternative, coinvolgerli in attività positive. E dobbiamo farlo in fretta, prima che il degrado diventi irreversibile. Non possiamo più permetterci di ignorare il problema “maranza”. Non possiamo più permetterci di delegare ad altri la soluzione.È una questione di civiltà, di sicurezza, di futuro. È una questione che riguarda tutti noi.

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