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19 Nov
IL COMUNITARISMO ORGANICO È L’ UNICA RISPOSTA ALLA CRISI

L’epoca contemporanea è definita da una profonda tensione tra l’individuo sradicato e l’esigenza di legami sociali saldi. La globalizzazione, veicolata principalmente da un’ideologia neoliberale, ha imposto un modello di società intesa come un mero “mercatino apolide”, dove i valori e le relazioni sono sottoposti alla logica della liquidità, della transazione e del consumo immediato.L’assetto socio-economico dominante si fonda sull’assunto che l’individuo sia un atomo autosufficiente e razionale, motivato primariamente dal proprio interesse. Questa visione ha favorito un processo di disaggregazione sociale con conseguenze drammatiche come:Anomia e sradicamento. L’enfasi eccessiva sulla libertà intesa come assenza di vincoli ha portato a una crescente assenza di norme condivise (anomia), lasciando l’individuo solo di fronte a sfide esistenziali ed economiche. Si è diffusa una sensazione di sradicamento culturale e territoriale. Il “mercatino apolide” è il paradigma di un’economia che non riconosce confini etici o politici stabili. I capitali, le merci e persino le culture sono trattate come fluidi interscambiabili, con la conseguenza di livellare e omogeneizzare le identità locali e nazionali in nome del profitto globale.Quando i rapporti sono mediati esclusivamente dall’interesse economico o dall’utilità momentanea, la fiducia, collante fondamentale per ogni società coesa, si erode, minando la capacità del corpo sociale di agire collettivamente. In risposta a questa crisi, si fa strada una filosofia che possiamo definire di Comunitarismo Organico. Essa non è una mera nostalgia del passato, ma una proposta etica e politica per riorganizzare la società su basi più solide e umane.1.Il fulcro di questa visione è il capovolgimento del primato del diritto: la comunità organica si fonda sul Dovere prima che sul diritto. L’individuo, per essere riconosciuto e rispettato, deve innanzitutto assolvere ai suoi obblighi verso il corpo sociale che lo nutre e lo definisce. Questa prospettiva recupera la dimensione etica del servizio e della responsabilità, elementi che trascendono il mero calcolo utilitaristico. Il cittadino è tale non solo per i benefici che riceve dallo comunità d’appartenenza, ma per l’impegno e il sacrificio che è disposto a offrire per la sopravvivenza e la prosperità del gruppo.2. La solidarietà e la reciprocità vengono elevate da semplici atti di beneficenza a principi strutturali dell’interazione sociale. Non si tratta di assistenzialismo impersonale (il Welfare inteso come erogazione statale a pioggia), ma di un sistema di scambio di doveri e sostegni all’interno dei corpi intermedi: la famiglia, la comunità locale, le associazioni professionali. Quando io do (dovere), so che un giorno riceverò (diritto e reciprocità), ma questo scambio è garantito dal legame organico, non da un contratto scritto.A differenza della solidarietà astratta e universale del cosmopolitismo, qui si privilegia la solidarietà interna alla propria comunità di appartenenza, vista come l’unica solidarietà veramente efficace e sentita, perché radicata in una storia e un destino comune. La battaglia contro l’omologazione del “mercatino apolide” si manifesta nella difesa strenua della Patria. La Patria non è un confine amministrativo, ma un’entità culturale e spirituale che conferisce senso all’esistenza dei suoi membri.

In politica economica, il comunitarismo critica il potere delle oligarchie finanziarie e del capitale speculativo. Propone un modello alternativo a sostegno all’impresa produttiva legata al territorio, all’artigianato e all’agricoltura, in opposizione alla finanza deregolamentata. La sovranità politica sulla moneta, sui confini e sulle decisioni strategiche è considerata essenziale per proteggere la comunità dagli shock e dagli interessi esterni del globalismo. Il comunitarismo organico rigetta la nozione di un cosmopolitismo astratto che impone valori universali privi di radici storiche. L’universalità, in questo quadro, può essere raggiunta solo attraverso il pieno sviluppo e il rispetto delle diverse particolarità identitarie. La saldezza dei legami è la precondizione per la pace e l’ordine interno, e non un ostacolo al dialogo tra i popoli.Il richiamo a una scelta comunitaria rappresenta una reazione profonda ai guasti della modernità liberale. Essa propone di sostituire il modello dell’individuo isolato e consumatore con quello del cittadino responsabile e radicato. La sfida, in ultima analisi, è ristabilire l’ordine etico e sociale perduto, ancorando nuovamente l’esistenza umana ai valori perenni del Dovere, della Reciprocità e della Solidarietà interna che sole possono garantire la sopravvivenza dei legami umani oltre la liquidità del mercato.

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