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08 Feb
08Feb

Munib Ashfaq è un membro della comunità pakistana in Italia, dove vive da 24 anni. Residente a Magenta, poco tempo fa era stato al centro di un importante scontro con l’allora amministrazione comunale tanto da decidere di candidarsi a sindaco con la lista “La Nuova Italia”. Le cose sono cambiate in positivo con la nuova amministrazione Del Gobbo, di centro destra: la nuova giunta ha saputo dipanare le problematiche con la comunità musulmana azzerando le tensioni che si stavano ripercuotendo su tutta la cittadinanza. Decisivo in questo senso l’intervento dell’assessore Stefania Bonfiglio (Fratelli d’Italia), che si è battuta nella risoluzione dei problemi senza cavalcare inutili livori, tanto da essere sostenuta successivamente dallo stesso Ashfaq nella sua corsa alle elezioni regionali. Partiamo da una visione generale: come è al momento la situazione della comunità pakistana in Italia? La comunità pakistana in Italia è composta da circa 150 mila persone: si tratta di lavoratori impegnati in diversi settori, imprenditori, la maggior parte residenti al Nord. Sono ben integrati, tranne qualche “mela marcia”, come capita purtroppo in tutte le comunità e dalla quale abbiamo preso le distanze condannando i gesti violenti senza se e senza ma. In molti casi siamo ormai alla seconda generazione, una bellissima risorsa che farà da ponte tra Pakistan e Italia. Tantissimi ragazzi studiano all’Università, vogliono diventare medici, ingegneri, entrare nelle forze dell’ordine. La comunità si sente parte integrante di questa nazione e vuole dare un proprio contributo. Gli episodi di razzismo nei nostri confronti sono stati pochissimi, l’Italia è un grandissimo paese sotto tutti gli aspetti. Dal punto di vista religioso sono principalmente musulmani e ci tengono tantissimo alla propria cultura, vogliono integrarsi e vogliono la libertà di culto garantita dalla Costituzione.Tuttavia, spesso ci sono problematiche con le amministrazioni comunali legate alla realizzazione di luoghi di culto. Le comunità chiedono di realizzarli a proprie spese, ma le amministrazioni comunali per motivi politici dicono di no. Era capitato anche a Magenta in passato, ma per fortuna oggi c’è un sindaco e un’amministrazione comunale che ascolta, cerca di comunicare e di dialogare. Credo che Magenta sia di esempio per tutta Italia. Come è attualmente la situazione a Magenta? Nel lontano 2019 la comunità musulmana, con l’Associazione Moschea Abu Bakar, aveva provato a richiedere un’area per festeggiare la festa del Sacrificio, ricevendo un no secco dall’amministrazione comunale allora guidata da Chiara Calati. Si sono rivolti al tribunale per far rispettare le leggi, ottenendo un sì. L’esempio è positivo perchè la comunità si è rivolta, come si deve fare, alla Magistratura, dimostrando che quando vengono calpestati i diritti garantiti dalla Costituzione bisogna sempre rivolgersi alle Autorità. Successivamente, con l’elezione del sindaco Del Gobbo, la nuova amministrazione comunale di destra ha dialogato con la comunità musulmana, facendo tante attività anche con il parroco don Giuseppe Marinoni che ha avuto un ruolo fondamentale in questa città. La Giunta Comunale ha dato un esempio positivo, dimostrando che anche persone di religione differente e che vivono qui da anni sono parte di Magenta.Oggi la città è migliore politicamente rispetto a qualche anno fa, si dialoga e si trovano soluzioni e io sono grato al Sindaco e alla Giunta per aver riportato quella pace che la città merita sicuramente. Generalmente si ritiene che le giunte di sinistra siano più attente al mondo islamico, mentre quelle di destra più ostili. Può confermarlo o la situazione è più complessa? Anche io ho avuto l’impressione che i Musulmani siano più orientati a sinistra in diverse città, come ho potuto verificare incontrando gente e parlando con alcuni esponenti a Milano e Brescia, ma questo a mio avviso è un gap che è stato creato dalla destra.Ancora oggi alcuni, non tutti, esponenti politici di destra stanno diffondendo odio verso i 3 milioni di musulmani che vivono qui pacificamente e si sentono italiani. La sinistra, dall’altra parte, ha cavalcato la situazione, a mio avviso, ma non risolvendo i problemi degli immigrati, limitandoso a dire l’opposto di quelli di destra. La comunità musulamana è destinata a crescere in Italia, per cui il dialogo deve essere sempre aperto, combattendo insieme le mele marce senza ideologia politica. La destra deve cercare di ripensare a come vogliono impostare la loro attività politica e i propri argomenti elettorali. Io invito chi dovesse leggere questa intervista, indipendentemente da destra e sinistra, a lavorare per essere una comunità e crescere insieme. Ci saranno generazioni dopo di noi che frequenteranno le scuole e gli oratori ed è giusto che crescano in sintonia, pace e fratellanza Com’è il vostro rapporto con i Cattolici? Ci sono anche pakistani cristiani? Il nostro rapporto con il mondo cattolico è davvero di fratellanza, questo è il termine appropriato per descrivere come le comunità religiose, quando si incontrano, contribuiscano a creare un messaggio di grande pace. Io ho una formazione di religione musulmana ma frequentavo l’ora di religione cattolica a scuola, cosa che mi ha fatto crescere. Poi abbiamo conosciuto don Giuseppe Marinoni, parroco di Magenta, il quale davvero al di là delle differenze culturali ha avvicinato molto le due comunità, tanto è vero che abbiamo fatto diverse cene e incontri qui a Magenta, dimostrando grande rispetto reciproco. Credo che se oggi a Magenta abbiamo un ottimo rapporto con l’amministrazione comunale, con la città, con la comunità cattolica lo dobbiamo molto a don Giuseppe. Per quanto riguarda i pakistani cristiani: ce ne sono, sono circa il 2/3% della popolazione, per la maggior parte protestanti. Io ne ho conosciuti alcuni e, nonostante qualche spiacevole episodio, sono ottimi i rapporti tra le comunità religiose in Pakistan, come ho potuto documentare varie volte con dei giornalisti con cui mi sono recato lì.

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