La Procura di Palermo ha deciso di impugnare “per saltum“ in Cassazione la sentenza di assoluzione nei confronti di Matteo Salvini nella vicenda Open Arms. Naturalmente, è scoppiata la polemica rispetto ad una vicenda che oggettivamente grida vendetta sin dall’inizio in quanto processare Salvini perché da Ministro ha portato avanti una determinata linea politica, come è successo, è fuori da ogni logica. Però, quando si parla di questo caso, va ricordato sempre che è stato il Parlamento ad autorizzare il processo contro Salvini perché per i reati cosiddetti ministeriali è ancora in vigore l’istituto dell’autorizzazione a procedere. Ma in Italia troppo spesso certa politica fa sponda con pm e giudici sperando di utilizzare l’arma giudiziaria per far fuori gli avversari. Veniamo all’impugnazione dell’assoluzione. Il ministro Nordio ha dichiarato che “nei paesi civili non si impugnano le sentenze di assoluzione“.Ha perfettamente ragione. Peccato che i pm applicano le norme che fanno i politici e nel nostro ordinamento la procura, non solo può impugnare in cassazione per violazione della legge e le sentenze di assoluzione, come è successo nel caso Salvini, ma anche nel merito, in appello, semplicemente perché non è d’accordo con quello che ha deciso un giudice o un tribunale in primo grado. Certo, è incivile perché una persona assolta se è stata giudicata innocente da un giudice o da un tribunale vuol dire che, o il giudice è stato corrotto, oppure, almeno il ragionevole dubbio che sia innocente sussiste per forza. Senza contare il fatto che un cittadino non può restare imputato per anni anni. Occorre fare le riforme. Punto e basta. Buona domenica e buona settimana.