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27 Jul
27Jul

Nell’ ambito della inchiesta che riguarda l’urbanistica a Milano interessati non sono solo gli indagati, ci sono anche e, direi, soprattutto, le famiglie che hanno comprato gli alloggi nei cantieri oggetto di indagine e che ora sono sotto sequestro. Ad esempio alle cosiddette Residenze LAC al parco delle Cave per le quali la Corte di Cassazione ha confermato il sequestro disposto dall’autorità giudiziaria. Questa decisione si basa sull’assunto che la semplice Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA) non è sufficiente per opere che hanno un impatto considerevole sul territorio. Eppure, le famiglie si sono fidate non solo dei costruttori, ma anche del Comune che ha certificato la regolarità dell’operazione. La Procura e adesso anche i Giudici della Cassazione, però, la pensano diversamente. E diversamente rispetto alla Cassazione la pensano altri giudici, quelli amministrativi del TAR Lombardia, che in un caso simile pochi giorni fa hanno affermato l’esatto contrario. Non voglio entrare nel merito dell’indagine anche se penso che un conto sono le valutazioni politiche (negative) sull’operato di Sala e sulla sua idea di città, altro conto è vedere tutto come un reato. Ad ogni modo, mentre vanno avanti le dispute giuridiche ed infuria la solita polemica su una giustizia che occupa lo spazio della politica, bisognerebbe prima di tutto tutelare queste famiglie che hanno investito i loro soldi ed oggi non si ritrovano la casa. La Suprema Corte ha chiarito che il diritto all'abitare, sebbene di rango costituzionale, non può prevalere sulle regole urbanistiche e sulla necessità di garantire un ordinato sviluppo del territorio e la salvaguardia dell'ambiente. Le suddette regole però dovrebbero essere chiare a tutti prima e non oggetto di interpretazione postuma. In questo senso la politica deve trovare subito una soluzione: inchiesta o non inchiesta. Buona domenica e buona settimana.

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