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28 Sep
28Sep

A Miasino c’è un castello che è stato confiscato alla mafia nel lontano 2009, apparteneva al boss Galasso. Il castello è poi passato alla Regione Piemonte nel 2016. È in corso una procedura di riqualificazione che sembra interminabile, prima si parlava di terminare i lavori nel 2023, oggi a fine 2026. Poi, l’immobile dovrà essere destinato, previa predisposizione dei bandi di assegnazione, ad uso pubblico. I lavori di ristrutturazione sono a carico della Regione e si parla di oltre 2 milioni di euro. Fino ad oggi il messaggio che è passato non è dei migliori: il bene è stato sì sottratto alla mafia, ma da anni è inutilizzato, peraltro in una location bellissima. La colpa non è della Regione Piemonte che non dovrebbe avere tra i suoi compiti ristrutturare e gestire un castello, ma di un sistema che a tutti i costi si vuole creare per gestire i beni confiscati alla mafia. Con i costi, però, a carico del pubblico. Salvo rare eccezioni legate alle specifiche caratteristiche del bene confiscato, ed alla sua immediata fruibilità, i beni confiscati andrebbero venduti e gli importi ricavati impiegati subito per scopi di pubblica utilità. Il castello andava collocato sul mercato ed il ricavato utilizzato, ad esempio, per costruire il nuovo padiglione di un ospedale. Una bella targa sarebbe servita per ricordare la provenienza dei fondi. Buona domenica e buona settimana.

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