Trump dopo un mese dal suo insediamento ha già ottenuto una tregua in Medio Oriente e l’avvio dei negoziati di pace nel conflitto Russia-Ucraina. L’amministrazione Biden, purtroppo, è stata soltanto in grado di assistere passivamente al divampare di conflitti che ogni giorno procuravano migliaia e migliaia di morti. Questa è la prima valutazione da fare rispetto alla nuova presidenza americana. Certamente, il cambio di rotta e l’aggressività di Trump nei confronti di Nato e Unione Europea suscitano preoccupazioni, ma obbligano anche a nuove sfide e il fatto di ritrovarsi improvvisamente nell’acqua ghiacciata può essere l’unico modo per verificare se l’Europa è davvero in grado di nuotare. Cioè di compiere quello scatto di orgoglio in termini di coesione e di riforme (a cominciare da una difesa comune) indispensabili per sopravvivere e non implodere. Con riferimento alla questione Ucraina, sarebbe nell’interesse di tutti (soprattutto dei poveri soldati e dei civili mandati al macello) guardare in faccia alla realtà. L’Ucraina non può sopportare ulteriormente una guerra che è di logoramento, posto che tutti parlano, ma nessuno, giustamente, ha il coraggio di scatenare la terza guerra mondiale con impiego diretto di soldati contro la Russia. Allora, è inaccettabile che in un’era in cui si pretende di non far circolare le auto con il motore a scoppio perché inquinano troppo, non si sia cercata una vera interlocuzione con Putin per interrompere la guerra. Questo, anche se il presidente russo fosse il diavolo in persona. Chi governa ha il dovere di mettersi in gioco e di usare, prima di tutto, le armi della diplomazia. Trump è intervenuto in un contesto dove Biden ha fallito, miseramente. L’ approccio di Trump va dunque visto come un’opportunità. Del resto, diversamente, non si può fare. Buona domenica buona settimana.