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18 Dec
LA FIAMMA NON È ANCORA SPENTA. MA LA DESTRA HA SMESSO DI ESSERE UN’ ALTERNATIVA

Ascoltate il silenzio. Non è il silenzio della sconfitta, ma il ronzio placido dell’omologazione che permea le stanze del potere. La destra, quella che ha conquistato la cittadella dopo decenni di esilio, non ha innalzato il vessillo del cambiamento. Ha semplicemente affittato una stanza al piano nobile del palazzo, pagando l’affitto con il suo stesso spirito rivoluzionario.
Per anni, i custodi del focolare hanno tuonato contro il “sistema” che ci teneva fuori. Oggi, sono il “sistema”. E lo sono diventati in modo così veloce, così sfacciatamente banale, da far rimpiangere persino le diatribe mitomani dei Duri e Puri (almeno quelli ci mettevano passione, sebbene tossica).Il vero capolavoro di questa Destra al governo non è il tradimento dei vecchi valori, ma la loro ridicolizzazione su scala nazionale.
Mentre si accendevano le tribune per difendere “Dio, Patria e Famiglia”, nel sottobosco si firmavano i compromessi più imbarazzanti, accettando i dogmi della neolingua progressista con la stessa rassegnazione di un condannato a morte che sceglie il gusto del gelato.
Pensateci bene: la grande Destra vitalista, quella che doveva essere l’alternativa ontologica alla mollezza del pensiero dominante, è finita a discutere, con piglio serioso e burocratico, di consenso esplicito per andare a letto con una donna o un “uomo”.
Non è un dibattito etico. È la messa in scena della resa intellettuale. Hanno accettato il metro e la grammatica del nemico, cadendo nel grottesco giuridico e semantico. Che fine ha fatto la battaglia sul pensiero forte? È finita nel panico di non usare l’aggettivo sbagliato in un comunicato stampa per paura di essere definiti “retrogradi” dai salotti buoni.
E il femminicidio? Ridotto a strazio emotivo, a statistica da sbandierare, senza mai un’analisi profonda sul disfacimento della cellula sociale e familiare. Zero pensiero forte. Solo buonismo tardivo travestito da conservatorismo.

Il guaio è che questa non è più una Destra, ma una brigata di Radicali di Destra Libertari (nel senso peggiore del termine):
Libertari quando si tratta di abbassare le tasse e liberalizzare il denaro, perché il dio Capitale non deve avere ostacoli.
Bigotti e Ipocriti quando si tratta di etica sociale, mostrando un moralismo da parrocchia del dopoguerra, ma solo per la platea, mai per sé stessi.
Hanno sostituito la Mistica con la Borsa. Il sacrificio ideale con il potere fine a sé stesso. L’unico Vitalismo rimasto è quello della scalata gerarchica e l’unico pensiero alternativo è come rendere più efficiente il sistema che dovevano abbattere.
Il risultato è una Destra che non incide nel cambiamento reale: si adagia, si vellica, si gode la poltrona, e per non disturbare i manovratori del globalismo progressista (quelli veri, dell’economia e della finanza), si concentra su battaglie di facciata o, peggio, si allinea sui temi etici più ridicoli e divisivi.
Ci vuole più tempo? Forse. Ma a giudicare dal ritmo con cui hanno svuotato il cervello per riempirlo di calcoli elettorali e di retorica “di sistema”, sembra che abbiano fretta di diventare in tutto e per tutto la copia sbiadita del nemico di Ieri. E il vero tradimento non è non essere più puri, ma aver smesso di essere un’alternativa. Di avere messo alla porta coloro che portano avanti idee e iniziative. Di avere quasi vergogna della storia da cui si proviene. Ma forse, speriamo, è solo perché sono passati tre anni e poi arriverà il bello… Forse.

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