Da oltre mezzo secolo, l’Europa sta vivendo un processo costante e accelerato di secolarizzazione: le chiese si svuotano, i valori religiosi sono relegati alla sfera privata, le liturgie vengono ridotte a “folklore”, e in molti casi, si arriva a un ateismo pratico dove Dio non viene negato con rabbia, ma semplicemente ignorato. Tuttavia, quello che sembra un segno di emancipazione rischia di essere in realtà una lenta deriva morale e culturale. Come notava lo storico Christopher Dawson, «la civiltà occidentale è cresciuta sotto l’ombra del crocifisso. Ma quando quella croce cade, anche le colonne della cultura iniziano a cedere». Quando la religione arretra:
• Secondo il Pew Research Center (2018), in Europa Occidentale più del 50% dei giovani sotto i 30 anni si definisce “non religioso” o ateo.
• In Italia, il Rapporto ISTAT 2023 mostra che solo il 19% dei giovani tra i 18 e i 29 anni frequenta la messa almeno una volta al mese, contro il 58% degli anni ’80.
• La partecipazione ai sacramenti è crollata: i matrimoni religiosi sono passati dal 70% del 1995 al 32% del 2022. Le vocazioni sacerdotali sono diminuite di oltre il 60% in 30 anni.
• Parallelamente, i suicidi giovanili in Europa sono aumentati del 20% dal 2010 al 2020 (fonte: OMS), e l’Italia ha visto un picco di richieste di aiuto psicologico e psicofarmaci tra gli adolescenti durante e dopo la pandemia.
Cosa succede quando viene meno il riferimento al sacro? La religione cristiana non è solo un fatto di fede personale. È anche struttura morale condivisa, identità culturale, architrave simbolica. Quando questa struttura crolla, restano le macerie di una società disorientata:
1. Relazioni più fragili
Il matrimonio, da patto sacro, è diventato un contratto revocabile. La fedeltà è vista come un’opzione, non come un valore. Il risultato? Famiglie spezzate, genitori soli, bambini confusi, e una società affettivamente instabile.
Nel 2022, in Italia ci sono stati più divorzi che matrimoni religiosi (ISTAT, 2023).
2. Giovani senza guida
Un tempo c’erano l’oratorio, il parroco, il catechismo, la preghiera in casa. Oggi molti giovani crescono in un vuoto educativo dove il bene e il male sono relativi, e i modelli di riferimento sono influencer o youtuber.
Secondo l’Osservatorio Nazionale Adolescenza, l’83% dei ragazzi tra 11 e 17 anni passa più tempo sui social che in famiglia o a scuola, e il 63% non ha mai parlato di Dio con i genitori.
3. Aumento di disagio psicologico e sociale
L’essere umano ha bisogno di senso, non solo di comfort. Senza una visione della vita oltre la materia, tutto appare vuoto, precario. La morte diventa un tabù assoluto, e la sofferenza non ha più significato.
La depressione è la prima causa di disabilità tra i giovani in Europa (WHO, 2022). I disturbi d’ansia sono aumentati del 25% dopo la pandemia.
Come scrive il filosofo Charles Taylor:
«L’età secolare non ha eliminato il bisogno religioso: lo ha solo dislocato. E ora lo troviamo in ansie, paure, e desideri smodati di controllo».
La religione come limite e responsabilità
Chi crede in Dio sa che non tutto è permesso, anche se la legge lo consente. La religione non impone solo divieti, ma orienta al bene. Quando viene meno il timore del giudizio, il rispetto della vita altrui si affievolisce. Lo dimostra l’aumento di aggressioni gratuite, atti di vandalismo, odio digitale e violenza di gruppo tra giovanissimi.
Nel 2023, il Ministero dell’Interno ha registrato un +28% di reati commessi da minori rispetto al 2020, in particolare aggressioni fisiche e cyberbullismo.
Parole profetiche
Lo storico Arnold Toynbee affermava già negli anni ’60:
«Le civiltà non muoiono per invasione, ma per suicidio spirituale».
Anche Benedetto XVI, da papa e da teologo, ammoniva:
«Una società che si costruisce come se Dio non esistesse finisce per diventare disumana».
Ma riconoscere che senza Dio, o senza una dimensione trascendente, l’uomo moderno è nudo, smarrito e moralmente disarmato. Serve una riscoperta del sacro, non per paura, ma per costruire un futuro che abbia valori non negoziabili, fondamenti saldi, principi educativi.
O come disse Dostoevskij:
«Se Dio non esiste, tutto è permesso». E se tutto è permesso, nulla ha più valore.