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28 Oct
LETTERA A UN UOMO DIVORZIATO. O A QUELLO CHE NE RIMANE

Premessa: questo articolo è una sacrosanta verità. Qualsiasi somiglianza con persone realmente esistenti non è puramente casuale. Se ti sei appena separato, ti basterà guardarti allo specchio per trovare l’unica prova scientifica di cui hai bisogno.Eccoci, cari divorziati. Quell’uomo che entra in un matrimonio convinto di aver appena firmato un contratto a tempo indeterminato con copertura totale, si ritrova poi con un preavviso che, onestamente, non aveva letto.Non illudetevi. L’uomo non vuole la separazione. Non perché ami in modo viscerale riordinare calzini o discutere sul colore delle tende, ma perché la separazione è il fallimento del progetto uomo-sostenitore-capace-di-tenere-la-donna. È una ferita narcisistica che urla: “Non sono stato abbastanza interessante da restare in casa!”La verità è semplice, brutale e, a quanto pare, universale: è sempre la donna a condurre il matrimonio verso il divorzio. Lei è il CEO della vita coniugale, l’uomo è il manovale che segue le istruzioni, a volte mugugnando. Quando lei chiude la ditta, l’uomo rimane come il muratore a cui è stata revocata la licenza: senza cantiere e senza un piano.Una volta incassato l’atto di fallimento, inizia la parte difficile: cosa fare? Chi decide dove si cena? Chi prenota la vacanza? Chi conosce gente nuova? La risposta è un eco assordante di vuoto pneumatico.L’uomo divorziato si ritrova disarmato. Gli amici? Certo, quelli che ha in comune con l’Ex-CEO e che ora lo guardano con un misto di imbarazzo e pietà. E gli amici suoi? Sono tre, come i Moschettieri, ma sono sposati e il loro massimo atto di ribellione è ordinare una birra media. E qui arriviamo al dating. L’uomo separato, dopo mesi di monogamia, è un fossile sgraziato gettato nel cratere vulcanico delle app e dei locali. Si è impacciati. Si è fuori moda.Non si conoscono i locali giusti. La sua idea di cocktail è una birra, o al massimo un “analcolico, ma con poco ghiaccio”. Quando prova a fare conversazione con una donna più giovane, parla, inevitabilmente, di mutui, del nuovo filtro antiparticolato della macchina o, peggio, dell’importanza dell’IRPEF.Il guaio vero, però, è finanziario. La maggior parte degli uomini, causa assegni di mantenimento e doppie spese, ha la disponibilità economica di un monaco mendicante. Essere un “partenopeo” (termine coniato per dire “part time e con poco”), rende il gioco della seduzione una battaglia persa in partenza.Se non si è: brillanti e di bell’aspetto le speranze di divertirsi sono ben poche. Qui la tragica profezia si avvera: l’uomo, spaventato dalla solitudine, logorato dalle difficoltà, e con il portafoglio vuoto, può finire a vivere con il primo “scafandro” di passaggio.“Scafandro” è il termine tecnico per l’equivalente femminile di un armadio. Non importa che non sia la donna dei suoi sogni, non importa se hanno in comune solo il respiro: l’importante è che dia una parvenza di stabilità, che sappia ordinare le posate (cosa che lui ha dimenticato come si fa) e, soprattutto, che abbia un divano e una TV decente.In fondo, il divorzio per l’uomo è la trasformazione da marito a “figlio sfortunato che vive in una casa in affitto”, terrorizzato dall’idea di tornare dalla mamma e, quindi, disposto ad accettare qualsiasi cosa pur di evitare la trappola mortale del rientrare in casa alle 22.00 e cenare con tonno in scatola. E così, il Re dei calzini spaiati si ritrova a mendicare un po’ di compagnia, scoprendo, troppo tardi, che l’autonomia l’aveva esternalizzata e che, senza la sua ex, il mondo esterno è solo un locale buio e costoso, con donne troppo giovani per capire la sua angoscia per il canone RAI.Amen.

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