
Lei
Un bel tipo, eh? Di quelli che a cena si mettono a raccontare di quando a 20 anni dormivano in una stanza tre metri per tre, con un buco nel muro al posto della finestra e un topo come coinquilino. E tu, lì, a bere le sue parole come fosse champagne, pensando: “Che storia toccante, che uomo di umili umori”.
Ma poi arriva il piatto forte. Il riscatto, la scalata al successo, la vendetta. Una vendetta così dolce da diventare quasi stucchevole. Ora, che ha la villa, la Ferrari, l’orologio che costa più di un monolocale in centro, ha deciso che è arrivato il momento di riscuotere. Non in denaro, ovviamente, ma in qualcosa di molto più prezioso e, a suo dire, meritato: il tuo tempo, la tua attenzione… e il tuo corpo. E a me, che ho appena messo piede nel suo ufficio per un colloquio, mi fa la solita filippica: “Vede, nella vita, bisogna darsi da fare. Non si ottiene niente per niente. Io, per arrivare qui, ho faticato, ho sudato. E ho il diritto di ottenere ciò che voglio”. E io, che faccio? Invece di tirargli il bicchiere d’acqua addosso e chiamare un avvocato, mi siedo, gli sorrido, e gli chiedo a che piano è la camera da letto. Che poi, a pensarci bene, siamo due facce della stessa medaglia, no? Lui, lo sfigato che ha trasformato la sua frustrazione in potere, e io, che ho trasformato il mio talento in una merce di scambio. Lui, che usa il suo passato per giustificare il suo presente, e io, che uso il mio presente per assicurarmi un futuro.E alla fine, la domanda è sempre la stessa: chi è il più miserabile dei due?
Lui, che ha bisogno di un corpo per sentirsi un re? O io, che sono disposta a venderlo per una corona di alloro?Beh, la risposta è facile. Siamo entrambi in trappola. Lui, schiavo del suo passato. E io, schiava del mio futuro. E l’unica cosa che ci tiene uniti è il denaro, l’unico vero dominatore di questa società di fantasmi dove siamo pronti a tutto per soldi
Lui
Sai, ci sono due tipi di donne. Quelle che cercano il principe azzurro e quelle che cercano un assegno circolare. E io, con la mia storia, le ho viste entrambe. Ma la storia che mi ha segnato di più è quella della donna che diceva di non cercare niente, se non una “opportunità”.
Era un colloquio come tanti altri, in uno dei miei uffici che guardano tutta la città dall’alto. Lei, una donna giovane, bella, con gli occhi che le brillavano di ambizione e, lo ammetto, anche di un po’ di cinismo. Mi ha raccontato la sua storia, di come avesse studiato, faticato, lavorato per anni per arrivare a quel punto. E io, con la mia storia alle spalle, ho capito subito che era una delle mie. Di quelle che non hanno paura di faticare per ottenere quello che vogliono.Ma poi, a un certo punto, l’aria nell’ufficio è cambiata. Ha iniziato a parlare di me, della mia storia, di come ammirasse il mio successo. E lì, ho capito. Non era lì per un colloquio, ma per un accordo. Non voleva un lavoro, ma una scorciatoia. E che faccio io? Invece di mandarla via, le sorrido. E lei, che lo capisce, mi sorride a sua volta. E così, l’accordo è stato fatto. Lei mi dava il suo corpo, io le davo la sua “opportunità”. Che poi, a pensarci bene, siamo due facce della stessa medaglia, no? Io, lo sfigato che ha trasformato la sua frustrazione in potere, e lei, che ha trasformato il suo talento in una merce di scambio. Io, che uso il mio passato per giustificare il mio presente, e lei, che usa il mio presente per assicurarsi un futuro. E alla fine, la domanda è sempre la stessa: chi è il più miserabile dei due? Io, che ho bisogno di un corpo per sentirmi un re? O lei, che è disposta a venderlo per una corona di alloro?
Beh, la risposta è facile. Siamo entrambi in trappola. Io, schiavo del mio passato. E lei, schiava del mio futuro. io uso denaro e potere per avere belle donne, lei usa la sua bellezza e il suo corpo per avere una possibilità di carriera.
Noi siamo il post moderno, in vendita senza dignità.