A Magenta, città storica simbolo del Risorgimento, si è consumato un piccolo dramma pedagogico: un gruppo di docenti del Liceo “Bramante” ha firmato una lettera indignata contro la presenza dei Bersaglieri nelle scuole, colpevoli – pensate un po’ – di rappresentare valori come disciplina, rispetto, amore per la patria, spirito di servizio e senso della famiglia. In poche parole: tutto ciò che ha fondato la nostra civiltà. Il protocollo d’intesa siglato tra il Ministero dell’Istruzione e l’Associazione Nazionale Bersaglieri, volto a promuovere l’educazione civica attraverso esempi concreti di spirito repubblicano e amor di patria, ha evidentemente turbato le coscienze di chi considera “obbedienza” e “legalità” parole troppo impegnative per l’educazione moderna. Anzi, a sentir loro, sarebbero espressioni sospette. Perfino “onore al Capo dello Stato” fa arricciare il naso. Del resto, se anche il tricolore e l’inno nazionale sono visti come strumenti di indottrinamento, che cosa resta?A rispondere con chiarezza e determinazione a questo slancio ideologico, sono stati l’assessore Stefania Bonfiglio (nota per il suo impegno con Il Talebano), il sindaco di Magenta Luca del Gobbo, il parlamentare del territorio on. Lorenzo Malagola (Fdi), e il sottosegretario all’Istruzione on. Paola Frassinetti, che con una nota congiunta hanno ribadito quanto sia importante oggi riaffermare i valori fondamentali della Repubblica e dell’identità nazionale, specie tra i più giovani.«Sembra assurdo – ha dichiarato l’on. Frassinetti – che alla vigilia della Festa della Repubblica ci sia chi nega il valore del Corpo dei Bersaglieri, che da sempre sono stimati e amati dagli italiani. Infondere tra i giovani valori come l’attaccamento all’Italia e alla sua bandiera è sempre utile per la crescita dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze.»«Ci troviamo di fronte a un chiaro tentativo di politicizzazione della scuola – ha aggiunto Stefania Bonfiglio – da parte di chi, mentre parla di pluralismo, rifiuta ogni iniziativa che non si conformi alla propria visione ideologica. I valori promossi dai Bersaglieri – disciplina, onore, famiglia, legalità, patria – sono condivisi da milioni di italiani. Se alcuni insegnanti non si riconoscono in questi principi, è un loro problema, ma non possono imporre il proprio pensiero all’intero istituto scolastico».Il paradosso è evidente: chi invoca pluralismo lo fa solo a senso unico, chi predica la libertà di pensiero si agita appena sente pronunciare la parola “Patria”. Forse è davvero il caso di invitare anche i Paracadutisti della Folgore nelle scuole: un po’ di addestramento civico, morale e simbolico farebbe solo bene sia agli studenti che agli insegnanti.Alla fine, ciò che spaventa certi insegnanti non è la “militarizzazione” della scuola, ma l’idea che i ragazzi possano riscoprire concetti che sembravano dimenticati: l’orgoglio di essere italiani, la responsabilità verso il bene comune, e la bellezza del servizio e del dovere.