Lo sgombero del Leoncavallo ( https://iltalebano.com/2025/08/28/sgombero-leoncavallo-quella-destra-che-esulta-non-ci-appartiene/ ) ha scatenato il tifo da stadio: c’è chi applaude come se avesse abbattuto il fortino del nemico e chi si strappa le vesti gridando all’attacco alle libertà.Entrambi sbagliano clamorosamente il bersaglio.Noi non difendiamo il Leoncavallo, mai fatto, mai lo faremo. Quello spazio è stato per decenni il santuario dell’antifascismo militante, il simbolo di un mondo che ha predicato odio verso la nostra parte politica. Ma non per questo bisogna cadere nella trappola della propaganda. Esultare per lo sgombero non è “vittoria della Destra”: è applaudire all’ennesima prova di forza di un sistema che ha già reso tutti suoi complici. Chi si commuove per lo sgombero del Leoncavallo e chi ride per la sua chiusura non vede la realtà: quel centro sociale non era più nemmeno un luogo di ribellione. Era diventato folklore di sinistra, marketing politico, controcultura addomesticata. Il vero sistema – quello che riduce tutto a merce – aveva già vinto da anni, trasformando persino chi diceva di combatterlo in borghesi col portafoglio pieno e il pugno chiuso di cartapesta. Daniela Farina certamente guardava e guarda più al suo C/C in banca che alla formazione di giovani rivoluzionari.UNA DESTRA CHE NON PENSA, MA TIFALa Destra di un tempo avrebbe analizzato, riflettuto, colto il messaggio di fondo: la società che viviamo è un tritacarne culturale che assimila tutto, distrugge ogni alternativa e spegne ogni FIAMMA. La Destra di oggi invece esulta: finalmente abbiamo sgomberato un simbolo. E poi? Cosa cambia nella società in cui viviamo? Nulla.Chi applaude crede di aver vinto una battaglia: in realtà ha solo applaudito il sistema che elimina gli ultimi spazi di (ex) ribellione, anche se marcia e ideologica. La verità è amara: viviamo in una società che ci ha resi tutti borghesi, tutti consumatori, tutti prigionieri della logica denaro/debito. Il Leoncavallo chiude? Il sistema ride: ha già ottenuto ciò che voleva. Ha trasformato la ribellione in business, i centri sociali in folklore, la Destra politica in cheerleader che applaude operazioni di facciata. Non c’è vittoria in questo.Se vogliamo davvero parlare di Destra politica, bisogna tornare a pensare. A costruire idee, comunità, visione. A denunciare non solo gli avversari politici, ma la gabbia culturale e spirituale che ha assorbito tutti, anche chi crede di essere controcorrente. La vera battaglia non è tifare per uno sgombero, ma ricostruire spazi liberi, creare centri di elaborazione, riscoprire valori che non si vendono né si comprano. Lo sgombero del Leoncavallo non è la fine di un mondo “rosso”: è l’ennesima conferma che il sistema è diventato padrone assoluto del gioco. E noi, a destra come a sinistra, restiamo criceti nella sua ruota.