
L’avvento dell’intelligenza artificiale ci pone di fronte a una minaccia che va ben oltre la sostituzione del lavoro: il rischio di manipolazione e gestione di massa, amplificato da una società già afflitta da profonde fragilità cognitive ed economiche.Il nostro sistema attuale, come una ruota per criceti, incatena l’individuo al ciclo di lavoro-debito-consumo. Le persone sono costrette a svolgere compiti spesso privi di significato (il “lavoro fittizio”) per ottenere pezzi di carta (il denaro fiat), e sono mantenute in uno stato di costante precarietà attraverso rate e debiti. Questa condizione le rende intrinsecamente ricattabili e dipendenti dal sistema.Questa dipendenza economica si interseca in modo critico con la vulnerabilità cognitiva della popolazione. Un numero crescente di individui, pur sapendo leggere e scrivere, rientra nella categoria degli analfabeti funzionali: persone che faticano a comprendere, valutare e utilizzare le informazioni complesse necessarie per prendere decisioni informate e partecipare pienamente alla vita democratica e sociale.Questi individui sono particolarmente suscettibili alla manipolazione perché:non riescono a decodificare la complessità: hanno difficoltà a distinguere tra fonti attendibili e disinformazione, specialmente quando i messaggi sono stratificati e tecnicamente elaborati. Sono inclini ad accettare narrazioni semplici, emotive o polarizzanti fornite dall’alto, poiché la ricerca e l’analisi critica richiedono uno sforzo cognitivo che non sono in grado o disposti a sostenere. L’intelligenza artificiale non si limita a generare contenuti, ma può profilare, predire e personalizzare l’esperienza di ogni utente su scala globale con un’efficacia senza precedenti:1. Manipolazione Personalizzata (Micro-targeting)L’AI analizza i dati comportamentali, emotivi e decisionali di ciascun individuo (basandosi su cronologie di ricerca, acquisti, interazioni sui social media, ecc.).L’AI non invia un messaggio generico, calcola l’esatta paura, speranza o pregiudizio più potente per quell’individuo specifico e confeziona un contenuto (video, testo, notizia) ottimizzato per aggirare la sua razionalità e massimizzare l’accettazione del messaggio. 2. Per l’analfabeta funzionale, la fatica di pensare viene ricompensata dall’AI attraverso la conferma continua. Gli algoritmi filtrano la dissonanza, eliminano le informazioni che contraddicono le credenze preesistenti dell’utente. Propongono contenuti che rafforzano la sua visione del mondo, creando una “bolla” di realtà coesa, emotivamente confortevole, ma totalmente distorta. In questo ambiente, l’utente è impossibilitato a sviluppare il pensiero critico.3. L’AI può essere usata non solo per influenzare le decisioni di voto o di acquisto, ma anche per gestire l’umore sociale.Quando la popolazione è troppo frustrata, l’AI può disperdere l’attenzione o fornire sfoghi emotivi controllati (come l’esposizione a meme o intrattenimento di basso livello) per evitare che la frustrazione si polarizzi in vera opposizione al sistema.In sostanza l’AI diventa uno strumento di governo predittivo, capace di dosare informazione, intrattenimento e paura per mantenere la massa in uno stato di obbedienza passiva e dipendenza economica. In questo nuovo scenario, la minaccia non è la perdita di un posto di lavoro, ma la perdita della capacità di pensare e decidere autonomamente, trasformando la popolazione in soggetti gestiti e condotti da algoritmi che operano nell’interesse del controllo e del potere costituito e soprattutto occulto.