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29 Dec
W LE COMPAGNE GNOCCHE! MA NON FATELE PARLARE DI POLITICA

C’è qualcosa di magnetico in Marta Collot, volto e voce di Potere al Popolo. Sarà l’impegno per i meno abbienti, sarà la foga contro i padroni, o sarà, molto più banalmente e molto poco politicamente corretto, che in TV buca lo schermo. Sì, lo so, è il solito commento sessista. Ma ammettiamolo: sembra gnocca. Chiedo venia ai tribunali dell’inquisizione progressista: mi ero quasi lasciato incantare dalla forma, prima di scontrarmi violentemente con la sostanza.Benvenuti nel mondo reale (Marta, ci sei?)Il primo grande scoglio nell’intervista rilasciata a Il Fatto Quotidiano il 29 dicembre non è estetico, ma cognitivo. La Collot sembra convinta che chiunque non indossi la casacca della sua rivoluzione da salotto faccia parte dei “padroni”. In questo calderone finisce certamente anche chi, come noi del Talebano, vive in trincea sul piano culturale, politico ed esistenziale.Ecco il problema: non capire il mondo in cui si vive. Se vedi nemici ovunque, anche tra chi combatte le tue stesse battaglie ma con meno slogan e più neuroni, forse la tua non è politica, è solipsismo. L’intervista è un capolavoro di retorica vintage. Concetti di base condivisibili? Forse. Ma poi si scivola rapidamente negli slogan, quelli belli, quelli che profumano di assemblea studentesca del 1974.Il dato politico è esaltante: lo 0,… per cento.In Emilia-Romagna? Un trionfale 0,… per cento.A questo punto la domanda sorge spontanea: cosa vuoi significare, cara Marta? Che la sconfitta sistematica è la tua zona di comfort? Che passare il tempo a collezionare percentuali da prefisso telefonico è un modo creativo per perdere tempo (e farlo perdere a noi)? Il clou arriva quando si parla di “voglia di rivoluzione”. Bellissimo. Poetico. Ma per fare cosa, esattamente, in un mondo dominato dal consumismo globale? La ricetta sembra chiara: livellare tutto verso il basso.Volete farci diventare tutti più poveri? No, grazie. Abbiamo già dato. L’idea di trasformare l’Italia in un grande campeggio autogestito dove si scambiano lenticchie e volantini non sembra scaldare i cuori di chi, la mattina, deve far quadrare i conti. La verità è amara come un caffè senza zucchero in un centro sociale occupato. Se all’inizio provavo simpatia, ora mi è chiaro il quadro: Potere al Popolo non è che l’ennesimo strumento dei “pirla” per dividere le forze ribelli.Mentre loro giocano a fare i rivoluzionari puri e duri, chiudendosi nel loro fortino dello 0,2%, i veri padroni brindano. Nulla serve al potere quanto un’opposizione frammentata, velleitaria e persa in sogni bucolici di decrescita infelice.Meglio avere la scelta di costruire qualcosa di reale, che ritrovarsi cittadini di un paese di poveri guidati da chi non sa distinguere un alleato da un avversario. Cara Marta, resti pure carina in TV. Ma per la politica vera, quella che sposta la realtà e non solo le lancette dell’orologio indietro di cinquant’anni, ripassi quando avrà imparato a contare oltre lo zero virgola.

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