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12 Jun
12Jun

L'AVO, o Associazione Volontari Ospedalieri, nasce nel 1975 a Milano per opera del Professor Erminio Longhini, con lo scopo di portare un tocco di umanità e aiuto concreto ai malati negli ospedali. L'idea fondamentale è quella di "colmare il vuoto" tra il lavoro del personale medico e paramedico e le esigenze emotive e relazionali dei pazienti, spesso percepiti come "numeri" piuttosto che persone. L'AVO non si sostituisce al personale sanitario, ma offre un servizio di volontariato gratuito, basato sulla presenza fisica, l'ascolto, il dialogo, e un aiuto pratico per combattere la solitudine, la noia e la sofferenza dei malati. L'AVO conta circa, ad oggi, 240 sedi in tutta Italia, con oltre 25.000 volontari che operano in circa 700 strutture sanitarie, offre un servizio di aiuto gratuito e non remunerato, promuove la solidarietà civile, culturale e sociale, sostiene i malati nel combattere la sofferenza, la solitudine e la noia, crea un ponte tra il mondo esterno e l'ambiente ospedaliero. L'AVO si distingue per la sua indipendenza, la sua struttura decentrata (con ogni sede che gode di autonomia) e per il fatto che tutti i volontari, anche quelli impegnati in attività amministrative, non ricevono alcun compenso. In sintesi, l'AVO è il frutto di un'intuizione del Professor Longhini, che ha saputo vedere la necessità di un volontariato specifico e dedicato alla cura delle persone malate, non solo dal punto di vista medico, ma anche umano e relazionale. Questo concetti e questi intendimenti, sono stati alla base della conferenza stampa che si è svolta questa mattina presso la Direzione Generale dell’AOU di Novara, rappresentata dal D.G. Stefano Scarpetta che, insieme a Danila Finzi, Presidente di AVO Novara e Francesco Colombo, Presidente Nazionale AVO, hanno illustrato il progetto di inserimento degli studenti universitari UPO di medicina del primo e secondo anno accademico come volontari AVO nei reparti del nosocomio novarese. Presenti alla conferenza stampa anche diversi primari ospedalieri come il Dr. Bellan, del Pronto Soccorso, la dott.ssa Vanoli di Psichiatria, il Dr. Campanini della Medicina Interna. Quindi per i giovani di medicina, ancora non vie è il camice bianco ma… quello azzurro di volontari AVO, che permetterà loro, come hanno ammesso unitariamente, di conoscere il paziente non solo dal punto di vista medico/sanitario, ma anche come persona, con tutte le ansie, le paure e le solitudini che un ricovero ospedaliero, inevitabilmente, porta con sé. Proprio Campanini ha coniato, per l’occasione, l’espressione “Progetto Novara” che tutti hanno accettato con entusiasmo e che il Presidente AVO Colombo ha dichiarato di voler presto esportare anche a Genova e a Milano.

Francesco Colombo, Presidente Nazionale AVO con Danila finzi, Presidente AVO Novara

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