Pietro Augusto Cassina nasce a Torino nel 1913 da Felice e Ermenegilda Rabbia, che gestisce un negozio di alimentari. A sette o otto anni si smarrisce in un bosco vicino a Castagnole Lanze e viene ritrovato il giorno dopo, in stato confusionale e con un forte strabismo all'occhio destro, causato dal trauma subito. Questa situazione influirà sul suo stile, rendendo la sua vista monoculare e quindi impedendogli di rendere prospetticamente le sue visioni. In seguito frequenta il Liceo Artistico. Nel '27, dopo una fuga da casa, viene rinchiuso per quattro anni al Beccaria, istituto di correzione per minori. Nel 1932 viene ricoverato all'Ospedale Psichiatrico di Collegno in seguito a una condanna per rapimento e molestia nei confronti di una bambina. Le accuse, mosse a scopo di estorsione, si sono poi rivelate infondate. Nel '36 viene arrestato per un diverbio con le camicie nere e riportato a Collegno. Durante la degenza, grazie all'aiuto di una religiosa che gli procura il materiale per dipingere, supera la solitudine e sopravvive alla situazione rifugiandosi in una dimensione altra. Nel 1945 viene liberato dai partigiani, a cui si unisce per qualche tempo, anche se poi se ne allontana non condividendone l'azione. Nel dopoguerra si dedica totalmente alla pittura; i suoi soggetti preferiti sono ritratti, nature morte, scorci di Torino e riproduzione di paesaggi da cartoline che dipinge a olio su masonite. Le sue pennellare sono forti e vigorose e il tratto è sicuro: i suoi lavori denotano una notevole sensibilità, che si esprime nelle scelte cromatiche e nelle figure delicate e, allo stesso tempo, intense. Per scelta non frequenta le Accademie e le Gallerie e preferisce non vendere le sue opere, ma regalarle o cederle a poco prezzo per poter ricavare il necessario per vivere. Nel 1987 rifiuta un invito per una personale a Parigi presso il Museo Picasso. Muore a Torino nel 1999 per le complicanze di un diabete non curato. "Con questa bella e limpida pittura cominciamo a viaggiare in paesaggi sconosciuti e pertanto assolutamente familiari". F. Kremski #pietroaugustocassina#pittura#lagrandebellezza#emozioni