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05 Nov
05Nov

Novara, 5 Novembre 2025. Si conclude il cartellone Concerti della Stagione 2025 del Teatro Coccia con una grande festa dell’Opera portata in scena dall’Accademia dei Mestieri d’Opera del Teatro Coccia – AMO Martedì 11 Novembre alle 20.30.  Le più belle musiche e arie tratte da 𝐿𝑎 𝑇𝑟𝑎𝑣𝑖𝑎𝑡𝑎 di Giuseppe Verdi, 𝐶𝑎𝑣𝑎𝑙𝑙𝑒𝑟𝑖𝑎 𝑟𝑢𝑠𝑡𝑖𝑐𝑎𝑛𝑎 di Pietro Mascagni, 𝑀𝑎𝑛𝑜𝑛 𝐿𝑒𝑠𝑐𝑎𝑢𝑡 e 𝑆𝑢𝑜𝑟 𝐴𝑛𝑔𝑒𝑙𝑖𝑐𝑎 di Giacomo Puccini, 𝐷𝑜𝑛 𝐺𝑖𝑜𝑣𝑎𝑛𝑛𝑖 di Wolfgang Amadeus Mozart, 𝐶𝑎𝑛𝑑𝑖𝑑𝑒 di Leonard Bernstein, 𝑀𝑎𝑐𝑏𝑒𝑡ℎ𝑂𝑡𝑒𝑙𝑙𝑜 e 𝑅𝑖𝑔𝑜𝑙𝑒𝑡𝑡𝑜 di Giuseppe Verdi, e 𝐿𝑒𝑠 𝑝𝑒̂𝑐ℎ𝑒𝑢𝑟𝑠 𝑑𝑒 𝑝𝑒𝑟𝑙𝑒𝑠 di Georges Bizet, rivivranno in scena grazie ai talentuosi cantanti e pianisti dell’𝐀𝐜𝐜𝐚𝐝𝐞𝐦𝐢𝐚 𝐀𝐌𝐎. Un allestimento inedito, firmato dalla regia di 𝐅𝐫𝐚𝐧𝐜𝐞𝐬𝐜𝐨 𝐁𝐨𝐜𝐜𝐡𝐢 e frutto del lavoro delle maestranze dell’Accademia AMO, offrirà al pubblico un’esperienza emozionante e unica. Racconta Francesco Bocchi, Avrebbe dovuto assumere l’aspetto disteso e scintillante di un concerto, ma il richiamo alla messa in scena, sempre irresistibile in un teatro, ha condotto poi alla scelta di una vera e propria rappresentazione. Suonerà il pianoforte sul palco, col gesto vivo dell’esecutore alla ribalta, e anche per questo non si è inteso comunque ignorare la vocazione iniziale dell’evento, che manterrà pertanto una forma ibridata: del concerto preserverà la successione in quadri giustapposti, ma connessi, attraversando atmosfere disparate, dal riso alla malinconia, dalla seduzione, dall’amarezza, al fastidio. Molto il canto per voce femminile, e gli interventi maschili a evocar donne: va da sé, protagonista quasi assoluto sarà il femminino – un femminino tuttavia occhieggiato come in una favola, del tutto lontano dalle attuali retoriche sulla figura della donna, accese e quanto mai necessarie, e dall’urgenza di innalzare in questa sede e con violenza un vessillo ideologico. L’intento conclusivo sarà proprio di giungere a una semplice e commossa neutralizzazione della tensione maschile-femminile, dimostrando che, sul terreno dell’astrazione, al di là di ogni scontro, ogni rivendicazione, ogni categorizzazione, uomo e donna altro non sono che naturalezza ancora animale, oggettività di corpi, persino un po’ banali e triti nella loro evidente complementarità. Desiderando suscitare con le retoriche di cui sopra una dialettica costantemente ironica e variopinta, ci si è lasciati suggestionare in primis dal terribile catalogo di Semonide di Amorgo (VII sec. a. C.), dal quale le donne vengono incluse in una manciata di categorie animali ed elementali (volpe, cane, scimmia, cavallo, acqua marina, terra, cavallo, maiale, ape) a seconda dei loro tratti caratteriali, vizi e (talvolta) virtù; frammenti di quest’opera emergeranno stentoreamente dal tessuto musicale, accompagnando lo spettatore di fiera in fiera, attraverso miriadi di potenziali corrispondenze brutali e affascinanti fra eroine della lirica e bestiole alla Esopo. La scena, gli oggetti creano un rapporto concreto, esclusivo ed allusivo con il proprio personaggio: una tinozza, un divano, un tavolo, una sedia, stoviglie, gioielli... un microcosmo che rimanda a una tradizionale domesticità al femminile. Indiscusso galletto del pollaio, unico a poter contare su una solida apparenza virile, sarà un elegante manichino, ora vezzeggiato puppet da teatro di figura, ora sbeffeggiato e sbatacchiato ninnolo privo di funzione. La gabbia concettuale in cui lo sguardo maschile costringe da secoli la donna, unitamente alla visione di sé della donna stessa, raggiungerà un’angustia disturbante, disarmante, il conflitto un punto di stallo che farà forse dubitare di poter essere superato: si rivelerà allora necessario un intervento repentino, armonizzato, da parte dei due universi, per lasciarsi scivolare di dosso le categorie, le maschere che travisano i volti comunemente, meravigliosamente umani. Quiete, infine: il coro rissoso delle convenzioni dure a morire si interromperà lasciando spazio alle parole del poeta Umberto Saba (1883-1957), già datate, è vero, ma sicuramente proiettate verso un territorio pacifico, dove amore e riconoscimento reciproco aprono orizzonti di speranza. Biglietti 10,00 euro. Il concerto è realizzato con il sostegno di Fondazione Banca Popolare di Novara e Techbau,  Main Sponsor Accademia AMO.   L’evento sarà preceduto alle 18 da un appuntamento a ingresso libero e gratuito aperto a tutti: il Maestro Fabio Armiliato, tenore di fama internazionale, docente di canto dell’Accademia AMO, presenta il suo libro Una vita In Canto a dialogo con il giornalista e critico Alberto Bazzano.

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