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21 Oct
21Oct

Nasce VITE SENZA CONFINE Nuovi Archetipi per il futuroSecondo incontro Giovedì 30 Ottobre alle 18.30IntervengonoGIOVANNI GASPARRO e ROBERTO LITTA

Il Teatro Coccia di Novara presenta nuovi progetti nati in sinergia con Conservatorio Guido Cantelli di Novara e Accademia dei Mestieri d’Opera AMO. VITE SENZA CONFINE. NUOVI ARCHETIPI PER IL FUTURO
il Teatro Coccia celebra tre donne straordinarie per ispirare le nuove generazioni
Una rassegna che, attraverso il linguaggio del teatro, della musica e del dialogo, celebra le vite e l'eredità di Eleonora Duse, Artemisia Gentileschi e Ondina Valla. Tre figure femminili potenti e senza tempo, che hanno superato barriere storiche, sociali e culturali, diventando icone di coraggio, talento e autodeterminazione.La rassegna si articola in serate-evento che uniscono musica, teatro e dibattito, in un format originale e immersivo pensato per coinvolgere spettatori di tutte le età.Dopo l’appuntamento sold out dedicato a Eleonora Duse, Giovedì 30 Ottobre alle 18.30 protagonista sarà Artemisia GentileschiUna serata intensa, visiva e potente. Le opere del pittore contemporaneo Giovanni Gasparro, che parteciperà all’incontro insieme al critico d’arte Roberto Litta, accompagnano la narrazione della vita di Artemisia. Al centro dell’evento una micro-opera originale scritta da Emanuela Ersilia Abbadessa mette in scena un momento intimo e cruciale: Artemisia dialoga con l’amica immaginaria Lavinia, mentre il dramma e la passione cominciano a tingere la sua tela e la sua esistenza. Le musiche sono scritte da Matteo Sarcinelli (allievo Accademia dei Mestieri d’Opera del Teatro Coccia AMO), nel ruolo di Artemisia Gentileschi Martina Malavolti (allieva Accademia AMO), Lavinia è Clarissa Di Lorenzo. In buca l’Ensemble strumentale del Conservatorio Guido Cantelli di Novara diretta da Davide Cocito. La regia è dell’allieva del corso di Regia AMO Stefania Butti, scene e costumi di Lorenzo Mazzoletti.“Vite senza Confine è un invito a guardare oltre, a superare i limiti, a credere nella forza della cultura e dell’identità personale. Le storie di Duse, Gentileschi e Valla – commenta il Direttore del Teatro Coccia, Corinne Baroni - diventano simboli universali di resistenza, talento e trasformazione. L’iniziativa si rivolge in particolare alle nuove generazioni, proponendosi come spazio di riflessione e ispirazione, con l’obiettivo di offrire modelli positivi che stimolino la creatività, l’autostima e la voglia di superare i propri limiti”.Vite senza confine è sostenuto da MIC e SIAE nell’ambito del programma Per Chi Crea a sostegno di autori, artisti, interpreti ed esecutori under 35 residenti in Italia oppure cittadini italiani residenti all'estero. Proprio su questi obiettivi si concentra la sezione del bando “Professionalizzazione degli Artisti” che finanzia progetti di produzione artistica volti alla realizzazione e promozione di opere inedite di giovani autori, artisti, interpreti ed esecutori di età non superiore ai 35 anni, al quale il Teatro ha partecipato. “Questo progetto – prosegue il Direttore Baroni - si propone di sostenere i giovani, guidandoli nel loro percorso artistico e offrendo loro uno spazio per esprimere la propria creatività, con l’obiettivo di favorire un ricambio generazionale radicato nella tradizione operistica e teatrale italiana. L'obiettivo è rendere il teatro musicale più accessibile e coinvolgente, incoraggiando la crescita di un nuovo pubblico preparato e appassionato, capace di apprezzare la ricchezza del patrimonio musicale. Le attività del progetto si sono concentrate sulla professionalizzazione di giovani artisti nei seguenti ambiti: canto lirico, maestro collaboratore, composizione per il teatro musicale e regia, per un totale di 14 giovani, impegnati nella realizzazione e messa delle 3 micro opere”.Il corpo docenti di cui si è avvalso il progetto è composto da professionisti con esperienza consolidata sia nel repertorio di tradizione che nella creazione musicale del nostro tempo. Canto Lirico: il Maestro Fabio Armiliato; Maestro Collaboratore,  la Maestra Claudia Mariano; Composizione per Teatro Musicale, il Maestro Marco Taralli; Regia del Teatro Musicale, la Maestra Deda Cristina Colonna.Tutti gli appuntamenti sono a ingresso gratuito con biglietto. Il prossimo appuntamento di Vite senza Confine sarà dedicato a Ondina Valla e vedrà relatrici Sara Simeoni e Alessia Succo. Giovedì 13 Novembre alle 18.30 ARTEMISIA GENTILESCHII RELATORIGiovanni Gasparro è nato a Bari il 22 ottobre del 1983. Si è diplomato presso l’Accademia di Belle Arti di Roma nel 2007, come allievo del pittore Giuseppe Modica, con una tesi in storia del’arte sul soggiorno romano di Van Dyck.Il suo dipinto Ultima cena è esposto nel film Saturno contro di Ferzan Ozpetek. La prima mostra personale, a Parigi, è del 2009. Nel 2011 l'Arcidiocesi dell'Aquila gli ha commissionato 19 opere tra cimase e pale d'altare per la Basilica di San Giuseppe Artigiano (XIII sec.), danneggiata dal terremoto del 2009, che costituiscono il più grande ciclo pittorico d'arte sacra realizzato negli ultimi anni. Nel 2012 realizza l’opera Anomalia con il cappello di Largillière per la Costa Fascinosa, la più grande nave da crociera d’Europa, nella flotta di Costa Crociere. Nel 2013 ha vinto il Bioethics Art Competition della cattedra in bioetica e diritti umani dell’UNESCO con l’opera Casti connubii, contro l'aborto, ispirata all’omonima enciclica di papa Pio XI (1930), esponendo ad Hong Kong, Houston e Città del Messico. L’anno seguente, con Quum memoranda - ritratto di papa Pio VII, ha vinto il Premio Pio Alferano ed il Premio Eccellenti Pittori - Brazzale.Ha esposto alla 54° Esposizione Internazionale d'Arte della Biennale di Venezia, curata da Vittorio Sgarbi e presso la Galleria Nazionale di Cosenza a confronto con Mattia Preti, la Pinacoteca Nazionale di Bologna, la Real Basilica di Superga a Torino e la Basilica romana di Santa Maria in Aracoeli, Palazzo Venezia a Roma, il Museo Nazionale Alinari, il Museo degli Innocenti  ed i Musei di Villa Bardini a Firenze, Castel Sismondo ed il Museo della Città di Rimini, il Casino dell'Aurora di Guido Reni a Palazzo Pallavicini-Rospigliosi di Roma, la Pinacoteca di San Severino Marche a confronto con il Pinturicchio, la Pinacoteca Corrado Giaquinto di Bari, il Museo Civico di Bassano del Grappa, il Labirinto di Franco Maria Ricci a Fontanellato, i musei diocesani di Imola e Molfetta, il Museo Napoleonico ed il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma, il Museo Eremitani di Padova, il Grand Palais di Parigi, il MART di Rovereto e la Stadtgalerie di Kiel (Germania).Le sue opere sono esposte in importanti collezioni pubbliche e private europee e statunitensi, nonché in diverse chiese e basiliche italiane di Siena, Trani, Roma, Torino e L'Aquila ed estere a Malta, in Svizzera, Grecia ed Austria. Nel 2021 ha vinto il Premio 100 eccellenze italiane in Campidoglio, a Roma, ed ha inaugurato il ritratto di S.M. il Re di Spagna Felipe VI di Borbone per la Reale Pontificia Basilica di San Giacomo degli Spagnoli a Napoli. Nel 2022 ha debuttato come scenografo teatrale al Teatro Coccia di Novara, con la Tosca di Giacomo Puccini, diretta da Fabrizio Maria Carminati per la regia di Renato Bonajuto.Per il 2024, il Sindaco e la giunta comunale di Siena hanno nominato Gasparro pittore del drappellone del celebre Palio di luglio, dedicato alla Madonna di Provenzano, onore riservato ad artisti di riconosciuta fama internazionale. Nello stesso anno ha ricevuto il Premio Art Global – Arte e Cultura a Palazzo Montecitorio – Camera dei Deputati.  Molte delle mostre a cui ha partecipato hanno goduto dei patrocini della Presidenza della Repubblica Italiana, del Senato della Repubblica, della Camera dei Deputati e di numerosi Ministeri, nonché delle istituzioni regionali, provinciali e comunali.Roberto Litta scrittore, drammaturgo e critico d’arte, Roberto Litta ha coltivato fin dai tempi del liceo una profonda passione per la storia e l’arte italiana. Autore di opere teatrali (Racconti di Tango, 2009; Storia d’Italia in Disordine Perfetto, 2010; La giusta violenza, 2017), ha raggiunto il grande pubblico con il romanzo storico L’uomo che vive due volte, giunto alla terza edizione. Con Dieci Racconti, raccolta di fiabe illustrate, ha avviato un progetto itinerante per promuovere la letteratura e l’arte tra i giovani, affrontando tematiche come il bullismo e l’emergenza educativa. Come critico d’arte, si distingue per un approccio innovativo che lega le opere alla storia, alle condizioni sociologiche e alle correnti filosofiche del loro tempo. Ha curato numerose mostre a livello nazionale e internazionale ed è autore e conduttore di Arte Italia, trasmissione televisiva dedicata al patrimonio artistico italiano. Nel 2024 ha realizzato il catalogo ragionato sulle opere di Nelvis Fornasin, contribuendo a uno dei più importanti studi sulla pittura napoletana, e ha presieduto la Biennale di Vigevano e Presiede la giuria della Biennale della Riviera Romana. Autore e conduce la serie di documentari Rai Memorie Italiane. IL LIBRETTOPer dare un’immagine più intima della pittrice Artemisia Gentileschi, la vicenda messa in musica rappresenta le ore precedenti il tristemente celebre stupro che avrebbe cambiato per sempre la vita della donna.Artemisia è intenta a dipingere in compagnia di Lavinia (personaggio immaginario che gravita nella vita della pittrice come amica affascinata dalla sua arte).Artemisia ha già conosciuto Agostino Tassi e si confida su di lui con l’amica dicendosene attratta ma impaurita nello stesso tempo. E mentre le due parlano – Lavinia con la voce della ragione e Artemisia con quella della passione che ha animato tutta la sua vita – la pittrice intinge il pennello nel colore rosso e accende di tinte macabre il dipinto che sta ultimando. Quando Lavinia, sconvolta dalla foga dell’amica, chiede spiegazioni, Artemisia, dolente, parla degli sforzi che deve fare una donna in quel mondo di uomini. Poi si allontana, deve togliersi di dosso la pittura che le sporca le mani e le braccia, perché di lì a poco deve incontrare Agostino Tassi. NOTE REGIAArtemisia Gentileschi è stata una delle più grandi artiste del XVI e XVII secolo, ma il suo è purtroppo uno dei pochi nomi di pittrici donne giunti celebri fino a noi. Per lungo tempo infatti le donne che praticavano mestieri artistici erano viste di cattivo occhio o addirittura impossibilitate nella pratica dai divieti della società dell'epoca. È quindi incredibile scoprire il percorso artistico di questa pittrice rivoluzionaria che, grazia alla sua tenacia e al suo straordinario talento, divenne la prima artista donna ad essere ammessa nella prestigiosa Accademia delle Arti del Disegno di Firenze nel 1616. La sua vita fu segnata da eventi dolorosi, in particolare la violenza sessuale inflittale dal suo maestro Agostino Tassi. Ne seguì un lungo e doloroso processo, durante il quale l'onestà della donna venne spietatamente messa in dubbio e, attraverso l'abuso di potere del suo aguzzino, la sua reputazione fu brutalmente distrutta.Questo evento traumatico ha inciso un solco profondo non solo nel vissuto di Artemisia, ma anche nella sua produzione artistica. I soggetti da lei trattati sono sono spesso vicende violente e brutali, i suoi personaggi principali quasi sempre giovani donne coraggiose, potenti eroine di origine biblica che rispondono con forza ai sorprusi dei loro oppressori. Accanto alle protagoniste compaiono spesso figure femminili di supporto, come ancelle o amiche, forse a testimoniare la ricerca di quel sostegno femminile che lei stessa non ha mai potuto ricevere e che percepiva come unica via di salvezza dalla violenza.Colori gargianti vibrano sulla tela in aspro contrasto tra loro, mentre i corpi umani emergono come scolpiti da drammatiche luci di taglio, eredità diretta dell'intensità caravaggesca. Artemisia non teme di mostrare il sangue e nelle sue pennellate traspare un'ira repressa che non esplode in distruzione, ma si sublima nell’arte. Le sue opere diventano lo specchio del suo coraggio e della sua forza interiore: una testimonianza di come la rabbia, se incanalata, possa trasformarsi in motore di salvezza e riscatto. Ed è proprio questa sua capacità di trasformare il dolore in bellezza e potenza che fa di Artemisia Gentileschi la grande artista che conosciamo.Questo spettacolo vuole rendere omaggio alla pittrice prendendo spunto proprio dai suoi dipinti e dal suo stile pittorico. Le scene sono definite da forti contrasti cromatici e da vive pennellate di colore. L'ambientazione e i costumi ricercano un taglio stilistico che fonda l'antico al contemporaneo, costringendoci a confrontarci con l’urgenza e l’attualità delle tematiche trattate. La musica guida l’azione, mentre i corpi sul palcoscenico ne diventano il motore: i loro movimenti prendono spunto dalla stessa energia e drammaticità dei personaggi gentileschiani. In questo scenario, Artemisia si ritrova sola, costretta a rivivere il fardello della vergogna, del disonore e la sofferenza dell'estenuante vicenda giuridica.Solo il coraggio di partire, lasciandosi alle spalle il passato, le permetterà di affrontare le difficoltà, affermare la propria indipendenza dalle figure opprimenti della sua vita e diventare finalmente se stessa.Artemisia Gentileschi con la sua vita e con la sua arte ha saputo dimostrare al mondo che non siamo definiti dalle ferite e dal dolore che portiamo, ma da come scegliamo di abbracciare la nostra fragilità e le nostre cicatrici per trasformarle in energia vitale. Ed è proprio in quel gesto d’amore verso noi stessi che scopriamo la libertà di andare oltre, di emergere e di essere autentici, rivoluzionando non solo noi stessi, ma anche tutto il resto del mondo.Stefania Butti

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