Terzo incontro Giovedì 13 Novembre alle 18.30 protagonista è ONDINA VALLA IntervengonoSARA SIMEONI e ALESSIA SUCCO a dialogo con FURIO ZARA
Novara, 5 Novembre 2025. Il Teatro Coccia di Novara presenta nuovi progetti nati in sinergia con Conservatorio Guido Cantelli di Novara e Accademia dei Mestieri d’Opera AMO. VITE SENZA CONFINE. NUOVI ARCHETIPI PER IL FUTURO
il Teatro Coccia celebra tre donne straordinarie per ispirare le nuove generazioni Una rassegna che, attraverso il linguaggio del teatro, della musica e del dialogo, celebra le vite e l'eredità di Eleonora Duse, Artemisia Gentileschi e Ondina Valla. Tre figure femminili potenti e senza tempo, che hanno superato barriere storiche, sociali e culturali, diventando icone di coraggio, talento e autodeterminazione.La rassegna si articola in serate-evento che uniscono musica, teatro e dibattito, in un format originale e immersivo pensato per coinvolgere spettatori di tutte le età.Dopo i primi appuntamenti sold out dedicati a Eleonora Duse e Artemisia Gentileschi, Giovedì 13 Novembre alle 18.30 protagonista sarà Ondina Valla. Una serata dedicata alla prima donna italiana a vincere un oro olimpico. Sul palco generazioni a confronto: la leggenda Sara Simeoni (nella foto), la giovane promessa Alessia Succo, coordinate dal giornalista sportivo Furio Zara. Nella micro-opera, una Ondina novantenne racconta con emozione la sua vita e le sfide superate, in un dialogo con un giovane cronista che diventa simbolo di passaggio di testimone tra passato e futuro. Le musiche sono scritte da Saverio Santoni (ex allievo Accademia dei Mestieri d’Opera del Teatro Coccia AMO), nel ruolo di Ondina Valla Mariateresa Federico (allieva Accademia AMO), una giornalista Luisa Maria Bertoli. In buca l’Ensemble strumentale del Conservatorio Guido Cantelli di Novara diretta da Davide Cocito. La regia è dell’allieva del corso di Regia AMO Livia Lanno, scene e costumi di Lorenzo Mazzoletti.“Vite senza Confine è un invito a guardare oltre, a superare i limiti, a credere nella forza della cultura e dell’identità personale. Le storie di Duse, Gentileschi e Valla – commenta il Direttore del Teatro Coccia, Corinne Baroni - diventano simboli universali di resistenza, talento e trasformazione. L’iniziativa si rivolge in particolare alle nuove generazioni, proponendosi come spazio di riflessione e ispirazione, con l’obiettivo di offrire modelli positivi che stimolino la creatività, l’autostima e la voglia di superare i propri limiti”.Vite senza confine è sostenuto da MIC e SIAE nell’ambito del programma Per Chi Crea a sostegno di autori, artisti, interpreti ed esecutori under 35 residenti in Italia oppure cittadini italiani residenti all'estero. Proprio su questi obiettivi si concentra la sezione del bando “Professionalizzazione degli Artisti” che finanzia progetti di produzione artistica volti alla realizzazione e promozione di opere inedite di giovani autori, artisti, interpreti ed esecutori di età non superiore ai 35 anni, al quale il Teatro ha partecipato. “Questo progetto – prosegue il Direttore Baroni - si propone di sostenere i giovani, guidandoli nel loro percorso artistico e offrendo loro uno spazio per esprimere la propria creatività, con l’obiettivo di favorire un ricambio generazionale radicato nella tradizione operistica e teatrale italiana. L'obiettivo è rendere il teatro musicale più accessibile e coinvolgente, incoraggiando la crescita di un nuovo pubblico preparato e appassionato, capace di apprezzare la ricchezza del patrimonio musicale. Le attività del progetto si sono concentrate sulla professionalizzazione di giovani artisti nei seguenti ambiti: canto lirico, maestro collaboratore, composizione per il teatro musicale e regia, per un totale di 14 giovani, impegnati nella realizzazione e messa delle 3 micro opere”.Il corpo docenti di cui si è avvalso il progetto è composto da professionisti con esperienza consolidata sia nel repertorio di tradizione che nella creazione musicale del nostro tempo. Canto Lirico: il Maestro Fabio Armiliato; Maestro Collaboratore, la Maestra Claudia Mariano; Composizione per Teatro Musicale, il Maestro Marco Taralli; Regia del Teatro Musicale, la Maestra Deda Cristina Colonna.Tutti gli appuntamenti sono a ingresso gratuito con biglietto. I RELATORISara Simeoni - Campionessa olimpionica di salto in alto.Medaglia d’oro all’Olimpiade di Mosca nel 1980, due medaglie d'argento ai Giochi Olimpici di Montreal nel 1976 e Los Angeles nel 1984. Un oro e due bronzi agli Europei, quattro ori agli Europei indoor, due medaglie d'oro alle Universiadi, altrettante ai Giochi del Mediterraneo.Primatista del mondo con la misura di 2,01 metri stabilita due volte nel 1978.
Quattordici volte campionessa italiana, ha detenuto il primato per 36 anni dal 12 agosto 1971 all' 8 giugno 2007.Eletta nel 2014 "Atleta del Centenario" in occasione dei 100 anni del CONI.
Nel 2021 ha partecipato con successo alla trasmissione RAI “Il circolo degli anelli” e nel 2022 ha pubblicato la sua biografia “Una Vita in Alto” insieme all’amico e noto giornalista sportivo Marco Franzelli.Sara Simeoni è amata come pochi altri campioni della storia italiana. Pioniera nella competizione sportiva, ha aperto la strada alle donne nello sport ad alto livello, combattendo per far cadere tabù e pregiudizi. Nella sua lunga carriera, ha raggiunto incredibili risultati, con un atteggiamento positivo e grande forza di carattere, che le hanno permesso di superare l'asticella in pedana e le difficoltà della vita. Alessia Succo nata il 7 febbraio 2009, a Torino. Sin da piccola ha provato a praticare vari sport tra cui il nuoto, la danza e l'hip hop ma nessuno di questi la ha entusiasmato quanto l'atletica, sport che praticava la madre da giovane.
Ha iniziato a fare atletica all'età di 6 anni, provando tutte le discipline, dai salti ai lanci, e anche molto sulle gare campestri. Circa 4-5 anni fa, ha iniziato ad approcciare di più la pista e ha iniziato con i 60mt piani e i 60hs e da lì gli allenatori hanno notato la facilità e la bravura nel farli, così si sono concentrati su queste discipline aumentando di anno in anno le distanze e altezze degli ostacoli. Nell'arco di questi 10 anni ha avuto tantissime soddisfazioni tra titoli italiani e record, tra i quali record mondiale nel 60hs. Furio Zara Giornalista professionista, scrittore e autore televisivo. Laureato in Lettere e Filosofia all’Università di Padova, con una tesi in Storia del Cinema (110 e lode). Da inviato in giro per il mondo ha raccontato i più grandi avvenimenti sportivi degli ultimi vent’anni. Lavora in Rai come autore e opinionista de La Domenica Sportiva. Scrive per la Gazzetta dello Sport e il settimanale Sportweek,. Collabora con Repubblica e Vanity Fair. Ha una rubrica sul Il Foglio Sportivo, dove racconta piccole storie nobili di sport e sul Foglio Arte, dove ritrae gli artisti più bizzarri del Novecento. Ha scritto vari libri di sport, tra cui “Bidoni”, che ha dato inizio ad un genere letterario-sportivo ed è stato inserito dall’inserto Robinson di Repubblica tra i cinque libri imperdibili sul calcio italiano, “L’ultima curva - Ayrton Senna: la malinconia del predestinato”, “I cavalieri della Favola Rotonda” e “Serie A Noir - Quando il calcio incontra la cronaca nera”. Ha vinto premi prestigiosi, tra cui il Coni-Ussi e il Beppe Viola quale miglior giornalista sportivo della carta stampata. Da qualche anno modera incontri con grandi sportivi al Festival dello Sport di Trento e tiene lezioni, presso Università e licei, sviscerando le dinamiche storiche, letterarie e di costume di quella spettacolare macchina da sogni che è lo sport. IL LIBRETTOLa gloria italiana dell’atletica, Ondina Valla, a 90 anni, si trova nella sua casa dell’Aquila dove ha accolto una giovane giornalista che vuole intervistarla.Con la tenerezza che le ispira il ricordo della giovinezza intessuto di immagini del passato glorioso e canzoni del tempo, Ondina rievoca la vita privata e le vittorie e, con dolore, le difficoltà che una donna doveva affrontare per raggiungere certi traguardi. La parola traguardo, si riveste sulla bocca di Ondina dei suoi molteplici significati adesso che è giunta al traguardo della vita. Così, pensando a quanta strada abbiano fatto le donne nello sport, immagina in un futuro in cui a nessuna donna possa essere impedito di diventare ciò che vuole. NOTE DI REGIALo spettacolo si sviluppa come un viaggio nella memoria e tra le generazioni, un dialogo vivo tra passato, presente e futuro che trova il suo fulcro nella figura di Ondina ormai anziana, custode di un’eredità capace ancora di interrogare il mondo di oggi. Il dialogo con la giornalista, che in apparenza sembrerebbe una semplice intervista, diventa presto il varco verso il ricordo: la parola si trasforma in visione, la memoria in materia scenica. È in questo spazio sospeso che compaiono le due ospiti: Sara Simeoni, gloria dell’atletica degli anni ’80, e Alessia Succo, appena sedicenne e già promessa della nuova generazione. Tre età della vita e dello sport, tre modi diversi di guardare al futuro. Il loro incontro diventa il cuore stesso della narrazione, dove lo scarto generazionale prende corpo e diventa presenza scenica, memoria viva che orienta e plasma il senso del dialogo. In Simeoni e in Succo, Ondina ritrova se stessa, ma anche il significato di un lascito che non appartiene soltanto allo sport, ma alla collettività intera. Anche lo spazio scenico riflette questa dialettica tra tempi e significati. Crudo ed essenziale, si colloca a metà tra realtà e memoria: la stanza intima dell’atleta si intreccia con le poltrone della conferenza che precede e seguirà lo spettacolo, eliminando i confini tra celebrazione pubblica e ricordo privato. In questo ambiente convivono simboli di epoche diverse: un podio logorato dal tempo, scarpe da corsa ormai consumate, ma anche elementi legati alla nuova atletica e oggetti evocativi degli anni ’80. Elemento fondamentale è lo spazio di proiezione, diaframma simbolico dove i filmati di Ondina prendono vita. Grazie a un gioco di luci e trasparenze, l’anziana atleta e le sue ospiti entrano letteralmente dentro le immagini, confondendosi con esse, come se il passato potesse ancora inglobare il presente e farsi corpo vivo. La regia lavora così su una costante tensione tra intimità e coralità: il ricordo di una singola atleta si dilata fino a farsi patrimonio condiviso, capace di interrogare lo spettatore e ricordargli quanto sia necessario custodire, oggi più che mai, le voci e i gesti delle generazioni passate per continuare a costruire il futuro.Livia Lanno

Il giornalista Furio Zara

Alessia Succo velocista 60 metri piani