Cesare Maggi nasce a Roma nel 1881. Studia al liceo classico tra Firenze e Lucca e a sedici inizia a frequentare lo studio di Vittorio Corcos a Firenze e quello di Gaetano Esposito a Napoli. Nel 1898 esordisce alla LII Esposizione di Belle Arti di Firenze; nello stesso anno va a Parigi per frequentare l'Accademia di Fernand Cormons. Nel 1899 visita la mostra commemorativa in onore di Segantini al palazzo della Società di Belle Arti di Milano, dove sviluppa una fascinazione importante nei confronti della luce segantiniana, tanto da decidere di trasferirsi in Engadina per sperimentare la sua tecnica in loco. Nel 1900 deve tornare in Italia per la morte della madre. Riprende le sue sperimentazioni a Forno Alpi Graie in provincia di Torino e si lega a Alberto Grubicy, entrando a pieno titolo nel gruppo divisionista. Due anni dopo tiene la sua prima personale alla Società delle Belle Arti di Milano, nell'ambito della rassegna dei pittori divisionisti organizzata da Grubicy, presentando solo dipinti di montagna, tanto da acquistare la fama di "pittore della montagna", elaborata e sostenuta anche dal suo mercante, il rapporto con il quale si interrompe nel 1913. Grubicy infatti gli impone una produzione serrata di dipinti, tanto da lavorare su due distinti livelli: uno meno ricercato per il pubblico, l'altro più raffinato per le esposizioni, in cui tenta di innovare il linguaggio divisionista in senso personale. Nel 1904 si trasferisce con la moglie e le due figlie a La Thuile per approfondire lo studio del vero. Nel 1907 partecipa al salone divisionista a Parigi e all'Esposizione di Venezia, dando inizio ad una intensa stagione espositiva. La sala personale alla X esposizione di Venezia del 1912 segna un momento particolarmente significativo, anche per l'allontanamento dal divisionismo. L'incontro con Giacomo Grosso lo indirizza al ritratto. Divenuto insegnante all'Albertina, continua a dedicarsi alla pittura fino alla morte, avvenuta a Torino nel 1961. #cesaremaggi#pittura#divisionismo#emozioni#lagrandebellezza